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Yumi’s New School – ユミの新しい学校

    Progetto espositivo e performativo di Yumi Karasumaru

    A cura di Roberto Pinto

    Periodo: 10 maggio – 1 giugno 2024
    Inaugurazione: venerdì 10 maggio, ore 19 > 22
    Sede: Alchemilla | Palazzo Vizzani, via Santo Stefano 43, Bologna
    Promossa da: Alchemilla
    Si ringrazia: Banca di Bologna
    Con il sostegno di: Associazione Culturale Acribia
    Orari: da mercoledì a sabato, ore 15 > 20
    INGRESSO LIBERO

    PERFORMANCE

    10 maggio, ore 21 (Opening)

    The Storyteller – il narratore, Pro-Memoria di Onoda – l’ultimo samurai

    22 maggio, ore 20 e 21

    The Storyteller – il narratore, The Double Pop Songs

    SU PRENOTAZIONE – max 30 P

    INCONTRI

    16 maggio, ore 18 > Roberto Pinto

    23 maggio, ore 18 > con Uliana Zanetti

    30 maggio, ore 18 > con Igort

    FINO A ESAURIMENTO POSTI

    Yumi Karasumaru, LEARNING FROM THE PAST – 温故知新 n.19, 2023, 35x35x4 cm  

    Il progetto Yumi’s New School, è stato cucito su misura sulla figura dell’artista Yumi Karasumaru, per svelare alcuni degli aspetti più significativi del suo lavoro.
    Nel percorso artistico di Yumi Karasumaru si intrecciano la relazione con le sue radici, il Giappone e il suo approdo in Italia. Proprio questa distanza con la sua cultura di provenienza le ha permesso di ripercorrere ricordi, memorie, drammi personali e collettivi, riti e abitudini del Paese del Sol Levante, senza cadere nella trappola della retorica o del celebrativo, ma con uno sguardo interrogativo e conoscitivo. Nelle sue opere – sia nei quadri e nei disegni, sia nelle performance — troviamo la necessità di creare un dialogo con gli spettatori attraverso una contaminazione tra “Storia” e storie personali, tra collettivo, pubblico, e l’intimo, il privato. Con Yumi’s New School, l’artista vuole ulteriormente assottigliare la distanza con il pubblico costruendo un’esperienza condivisa sia attraverso due distinte performance sia trasformando una parte dello spazio espositivo in un suo studio temporaneo in cui i visitatori saranno invitati a lavorare accanto a lei per tutta la durata della mostra, condividendo i processi ideativi e realizzativi. 
    La performance inedita che si potrà vedere in occasione dell’inaugurazione del 10 maggio, Pro-Memoria di Onoda – l’ultimo samurai, si incentra sull’incredibile esperienza di

    Hiroo Onoda, soldato giapponese, rimasto per quasi trenta anni nella giungla di una sperduta isola nell’arcipelago delle Filippine, credendo che la seconda guerra mondiale non fosse finita. La performance che sarà presentata il 22 maggio, The Double Pop Songs, è frutto di una selezione di canzoni pop giapponesi, denudate dalla musica, le cui parole saranno proiettate sul corpo dell’artista in kimono bianco, come fosse uno schermo. Due sale verranno allestite con una serie di dipinti: la prima comprenderà una decina di lavori selezionati dalla vastissima serie “Facing Histories” realizzata nel 2015, in occasione dell’anniversario dell’esplosione atomica di Hiroshimae e Nagasaki; nella seconda sala troveranno spazio alcuni lavori di medie dimensioni su tela e su carta della nuova serie “Learning from the past”, ispirata all’arte giapponese del periodo Edo. Una terza sala sarà dedicata alla proiezione dei video delle performance realizzate dall’artista durante la sua carriera. Una quarta sala, infine, ospiterà il suo atelier temporaneo, un laboratorio aperto a tutti il cui l’obiettivo è di lavorare insieme, discutere, offrire il proprio sguardo e accogliere lo sguardo altrui.
    Si potrà, dunque, assistere al processo di realizzazione di un’opera dell’artista, per capire dall’interno la sua poetica, e anche provare a disegnare accanto a lei.

    Yumi Karasumaru, FACING HISTORIES n.9 Rosed Himeyuri, 2015, 25×35 cm
    Yumi Karasumaru, FACING HISTORIES n.11 Atomic Series – Nagasaki, 2015, 25×35 cm
    estratto dalla performance Double Pop Song di Yumi Karasumaru
    Atelier allestito negli spazi di Alchemilla
    estratto dalla performance Double Pop Song di Yumi Karasumaru

    Yumi’s New School è il titolo della mostra che Yumi Karasumaru ha progettato per Alchemilla e mai come in questo caso la dicitura “site specific” – troppo spesso usata a sproposito o in senso retorico – mi sembra appropriata per descrivere questo felice incontro tra l’artista e il luogo che la accoglie. Senza snaturare l’essenza della sua ricerca mi sembra, infatti, che Yumi’s New School riesca a inserirsi perfettamente sia nel percorso che Karasumaru ha costruito in tutta la sua carriera, sia nell’attitudine alla contaminazione delle culture e delle arti che caratterizzano l’associazione che ospita l’esposizione. Alchemilla è, infatti, uno spazio aperto dedicato alle arti visive e performative, un luogo di confronto e di sperimentazione in cui non ci sono mai state barriere tra i diversi approcci che artisti e gruppi possono offrire.

    Nel percorso artistico di Yumi Karasumaru si intrecciano sempre la relazione
    con le sue radici, il Giappone, che rimane centro e origine di tutti i suoi lavori,
    e l’approdo in Italia. E proprio la distanza con la sua cultura di provenienza le ha permesso di ripercorrere ricordi, memorie, drammi personali e collettivi, riti e abitudini del Giappone senza cadere nella trappola della retorica o del celebrativo, ma mantenendo uno sguardo interrogativo e conoscitivo. Nelle sue opere – sia nei quadri e nei disegni, sia nelle performance – emerge la necessità di creare un dialogo con gli spettatori attraverso la contaminazione tra “Storia” e storie personali, tra il suo Paese d’origine e l’Italia (dove vive da anni), tra collettivo, pubblico, e l’intimo e il privato.

    Con questa New School l’artista vuole ulteriormente assottigliare i confini tra artista e pubblico costruendo un’esperienza condivisa sia attraverso due differenti performance e una selezione dei suoi disegni e dipinti, sia trasformando una parte dello spazio espositivo nel suo studio temporaneo, spazio in cui i visitatori saranno invitati a lavorare accanto a lei, nella condivisione di processi ideativi e realizzativi.

    Lavorare insieme, dialogare, offrire il suo sguardo e accogliere lo sguardo altrui sono gli obiettivi di Yumi’s New School, in cui si alternano, dunque, azioni più strutturate, un quotidiano lavoro in comune e incontri che ci permettono di confrontarci con il mondo dell’artista. Non una scuola in senso classico, dunque; piuttosto un approccio pedagogico, deweyano. L’esperienza estetica condivisa diventa, infatti, un modo per conoscere e approfondire la realtà che ci circonda (anche) attraverso la stratificazione di allusioni e di citazioni. Una contaminazione che alimenta la polivocità dei significati simbolici e trae forza dai diversi mezzi espressivi usati da Karasumaru e dalle diverse modalità narrative che si sommano e non si escludono vicendevolmente.

    Yumi’s New School, dunque, assume ancor maggior forza proprio per la natura partecipativa con cui è stata progettata e che può altresì, intendersi anche come nuovo approccio alle arti in cui le immagini preesistenti – la pittura del Rinascimento europeo o del periodo Edo, la fotografia o il fumetto – coesistono grazie a un’impronta e uno stile assolutamente personale.
    E anche se non si tratta in alcun modo di una retrospettiva (che necessiterebbe di uno spazio molto più ampio), l’artista giapponese in questa occasione presenta le sue opere attraverso un filtro prospettico che ritengo ci permetta di comprendere appieno la complessità del suo lavoro e i vari livelli di lettura di cui ogni opera può essere oggetto.

    Roberto Pinto

    Yumi Karasumaru è nata a Osaka e attualmente vive e lavora tra Bologna e Kawanishi, in Giappone. Ha conseguito la laurea all’università d’arte di Kyoto e il diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dagli inizi degli anni Novanta la ricerca di Yumi si sviluppa parallelamente tra immagine pittorica e performance, perseguendo un’intensa indagine culturale che riguarda il rapporto tra presente e passato del suo paese d’origine. In questo stesso periodo ha preso parte come pittrice e performer a importanti rassegne internazionali in Europa, Stati Uniti e Giappone. Tra le sue più recenti esposizioni: Learning from the Past – 温故知新 (2024, L’Ariete artecontemporanea, 2023, Katsuya Susuki Gallery, Tokyo), Facing Histories (2023, Galleria Paola Verrengia, Salerno, 2016, Museo d’Arte Moderna di Bologna; 2015, Roppongi Hills A/D gallery,Tokyo, @Kcua Kyoto City Univesity Arts Art Gallery, Kyoto; 2014, Galerie Houg, Lione), Woven (2021, Katsuya Susuki Gallery,Tokyo). Tra le performance: Storyteller – il narratore, Breve storia del Giappone in tre quadri e 93 parole  (L’Ariete artecontemporanea, Bologna, 2024), The Double Pop Songs for Salerno (Galleria Paola Verrengia, Salerno, 2023). www.karasumaru.net