Vai al contenuto

Residenza Studio Riccardo Bellelli – III Edizione

    10 giugno – 14 luglio 2023

    Combo perfetta, 2023, 100x100x03 cm., penarello su lastra di plexiglass trovata.

    Riccardo Bellelli (Biennio Pittura – Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti di Bologna) è stato selezionato come vincitore del 2° premio (Residenza da Alchemilla) del Concorso Zucchelli 2023, dalla giuria composta da Lorenzo Balbi, Graziella Battaglia e Carmen Lorenzetti per l’opera Combo Perfetta, “Esito di una produzione artistica originale e coerente in cui la tradizione dell’assemblare e manipolare objects trouvé si combina, con intelligente ironia, a iconografie delle culture giovanili.”

    Durante la residenza negli spazi di Palazzo Vizzani, continua la sua ricerca che lo porta a manipolare oggetti e materiali trovati, apparentemente anonimi, cercando di confondere le idee su quanto sia effettivamente un suo intervento in quello che presenta. La direzione che spesso prendono i suoi lavori va verso un’atmosfera che è a un tempo misteriosa e demenziale, subendo influenze che provengono da contesti tra i più disparati che vanno dall’America rurale alle “cursed images” del web.
    La residenza di Bellelli è stata curata da Tatiana Basso (San Donà di Piave, VE, 1994), dottoranda in Scienze Umane presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è formata presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, corso di Didattica dell’arte e mediazione culturale del patrimonio artistico. Con Cristina Francucci ha co-curato Seeking Blue Gold. Lucy + Jorge Orta, negli spazi dell’Oratorio di San Filippo Neri per il Main Project Art City Bologna 2023.

    Riccardo Bellelli tende a non disciplinare appieno il proprio lavoro per sfidare la nozione di identità stabile e caratterizzarsi invece secondo alterità multiple. Una scelta, questa, a cui corrisponde una maniera di agire e di essere non rigidamente preordinata, che desidera ‘definirsi per dissomiglianza’, anziché per una ricercata coerenza, sia nel merito di una uniformità della produzione sia nel mettere a punto una fissità della cifra autoriale. Sul piano della loro concezione le opere riflettono questa trasmutabilità, rimanendo disponibili ad ospitare il ripensamento, il caso, l’ambiguo e l’equivoco, la possibilità del ‘dopo’ e del ‘diverso’, ciò anche rispetto alla necessità di dichiarare che un lavoro possa dirsi effettivamente concluso.

    Tra le possibili ‘alterità’ desiderate figurano i villains di note pellicole horror della filmografia americana anni ’70-’90: Leatherface di Non aprite quella porta; Jason, il killer con la maschera da hockey della serie Venerdì 13; o l’iconico Scream, vanno a comporre l’impianto iconografico e i riferimenti attitudinali che Riccardo riversa su oggetti e materiali trovati, per i quali incorre in fascinazioni occasionali. Quest’essere “trouvé” dell’oggetto, che ritorna ricorsivamente nel suo lavoro, non risponde ai meccanismi regressivi del feticcio surrealista, ma piuttosto ad un criterio di trasposizione analogica. Un pallone da basket, una maschera antigas rivoltata, un dinosauro giocattolo o un catarifrangente stradale sono scelti e trattati secondo valenze primariamente pittorico-compositive e in una logica di non sempre immediata riconoscibilità dell’intervento, tale da confondere l’osservatore sulla reale natura di ciò che vede.

    Nel suo insieme questo approccio attinge liberamente ad alcune categorie estetiche neosurrealiste nate con il web nei primi anni Novanta (cursed images, dreamcore, weirdcore etc.) basate sull’accostamento ambiguo, ironico o disturbante di immagini a bassa qualità. Avvalendosi di questi espedienti Riccardo consegna a una dimensione di rinnovata estraneità estetica oggetti a noi familiari, che ‘arredano’ ed inquietano l’ambiente del suo studio ad Alchemilla.

    Durante la residenza tale linea di ricerca troverà ulteriore sviluppo e in occasione dell’Open Studio sarà presentata attraverso alcune opere precedenti accostate a nuove produzioni.

    Testo critico di Tatiana Basso

    Biografia

    Riccardo Bellelli è nato a Carpi nel 1999 e lavora tra Carpi e Bologna. Attualmente frequenta il corso di Pittura Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha preso parte a diverse mostre collettive tra cui Players al Mtn Museo Temporaneo Navile nel 2022 e ha realizzato progetti, installazioni e performance tra cui ricordiamo Disintegrating Bluetooth in occasione di ART CITY Bologna 2022. Tra le residenze e i workshop a cui ha partecipato ricordiamo Capital Project Colle Ameno presso Sasso Marconi (BO) nel 2021 e Un certo numero di cose presso MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna nel 2019. Nel 2020 è stato finalista all’undicesima edizione del Premio Combat Prize per la sezione scultura/installazione e nel 2022, in duo con Chiara Mecenero, è stato vincitore dell’VIII edizione del Premio Daolio per l’arte pubblica.

    Il progetto “Residenze Studio” è realizzato con il supporto della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e della Fondazione Zucchelli, in collaborazione con Multimedijski Center di Maribor (Slovenia) e Associazione Ariella Vidach di Milano e con il patrocinio del Quartiere Santo Stefano.