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Alchemilla

a cura di Fulvio Chimento

1 febbraio – 16 marzo 2019

David Casini, Cuoghi Corsello, Dado, Claudia Losi, T-yong Chung

Veduta della Sala del caminetto in occasione di Alchemilla – Foto di Rolando Paolo Guerzoni

Inaugura venerdì 1 febbraio 2019 alle ore 18.00 a Palazzo Vizzani-Sanguinetti a Bologna (via Santo Stefano 43) la mostra Alchemilla a cura di Fulvio Chimento, che propone opere di David Casini, Cuoghi Corsello, Dado, Claudia Losi, T-yong Chung. La direzione artistica dello spazio espositivo è affidata a Camilla Sanguinetti, mentre la mostra, aperta fino al 16 marzo, è organizzata con il supporto di Spazio Arte Minarelli e di Tiberio Cattelani (entrata libera).

Cuoghi Corsello, Lo Spirito Delle Ragazze, 1998- 2019, dipinto spray su carta da parati – Foto di Rolando Paolo Guerzoni, courtesy gli artisti 

Una frase dello scrittore e poeta svizzero Edmond Gilliard, definito “un artigiano della parola” dal filosofo ed epistemologo francese Gaston Bachelard nel suo libro La poetica della rêverie, costituisce il punto di partenza di Alchemilla: “Se fossi più sicuro del mio mestiere metterei fuori fieramente la mia insegna: ‘Qui si puliscono le parole…’. Scrostare parole, lustrare vocaboli: duro, ma utile mestiere”. La comprensione di questi termini permette di intuire come il lavoro del poeta sia basato su una scelta accurata dei vocaboli adatti per la composizione del verso, così come il mestiere dell’arte trova compimento in una riformulazione delle forme astratte. Tale suggestione poetica è coerente con un ruolo da protagonista della forma scultorea, declinata nella sua dimensione prettamente installativa. Gli artisti in mostra risultano uniti da tratti uniformi: la capacità di pensare la contemporaneità in forma tridimensionale, la presenza di una componente concettuale riconoscibile, la dimestichezza nell’adattare il proprio lavoro alle esigenze dello spazio, la permanenza di una sapienza manuale rintracciabile nella realizzazione dell’opera. I lavori artistici dialogano nelle otto sale del palazzo come fossero parole, lette o sussurrate, che “circolano nella penombra e gonfiano i tendaggi”, per parafrasare un verso del poeta francese Louis Émié, che riflette l’atmosfera e il fil rouge dell’allestimento nelle stanze di Palazzo Vizzani-Sanguinetti, disabitate da molti anni. 

Cuoghi Corsello, Lulú, 2016, dipinto spray su moquette, 400 x 200 cm; courtesy gli artisti. Dado, Iron, ferro, cm 60 x 40, 2015 – Foto di Rolando Paolo Guerzoni, courtesy l’artista e Carlotta Minarelli

Ogni opera è pensata in relazione alle altre e in funzione della luce, l’illuminazione valorizza i dettagli dei lavori e, al tempo stesso, impreziosisce il contesto architettonico di pregio degli ambienti, che risultano “naturalmente immersivi” anche senza ricorrere a espedienti tecnologici. Lo spettatore di Alchemilla viene calato in un contesto onirico, in una dimensione di dèjà vu. Ciascun artista scava all’interno della propria produzione, esprimendo la sua caratteristica natura grazie a un focus specifico, ma, al tempo stesso, relazionandosi con le opere altrui. In questo “stare insieme” i lavori alterano leggermente il proprio senso, come soggetti a un processo alchemico che favorisce una sottile alterazione linguistica. Per questo motivo il titolo della mostra prende spunto da una delle piante più note agli alchimisti: l’alchemilla (A. vulgaris) o “erba stella”, considerata pregiata per la goccia di rugiada che spesso conserva all’interno della sua foglia, e che resiste al processo di evaporazione. La perla di rugiada protetta dalla pianta è un elemento ricco di principi curativi e, alla luce della lezione fornita da Gaston Bachelard, può rappresentare anche una forma scultorea modellata, raffinata e lustrata dalla pianta stessa.

Qui un approfondimento di ATP Diary, a cura di Rossella Moratto

T-yong Chung – Foto di Rolando Paolo Guerzoni