Vai al contenuto

Residenze – Studio 2024 | Giacomo Mallardo

    15 giugno – 15 settembre 2024

    Lucciole

    Artista: Giacomo Mallardo
    A cura di: Olivia Teglia


    Alchemilla è felice di presentare Giacomo Mallardo, artista vincitore del secondo premio (Residenza da Alchemilla) del Concorso Zucchelli 2024 e ospite negli spazi dell’associazione da giugno a settembre, a cura di Olivia Teglia
    Durante i giorni di apertura dell’Open studio saranno presenti l’artista e la curatrice. Sono previste delle visite guidate allo studio di Mallardo e all’allestimento delle opere realizzate durante il periodo di residenza. 

    G.Mallardo, L’oro è solo giallo, stupidamente giallo (1/3), 2024

    Lo scorso 27 maggio, Giacomo Mallardo, studente del Biennio di Scultura – Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, è stato selezionato come secondo classificato dalla commissione del Concorso Zucchelli 2024 – composta da Lorenzo Balbi, Graziella Battaglia e Carmen Lorenzetti – con il dittico Shining out of nowhere (stampa su carta fotografica, 2024), parte di una serie fotografica focalizzata sull’esplorazione dei fenomeni di riflessione e rifrazione della luce manifestati da oggetti ordinari, provenienti da aree periferiche. 

    G.Mallardo, Shinig out of nowhere, 2024

    Shining out of nowhere è il risultato di una serie fotografica focalizzata sull’esplorazione dei fenomeni di riflessione e rifrazione della luce manifestati da oggetti ordinari e trascurati. Il dittico è stato soggetto a un successivo processo di elaborazione digitale, mediante il quale luci e tonalità sono stati manipolati per enfatizzare visivamente il soggetto, avvicinandolo visivamente a un materiale pregiato, iridescente e luminoso. Questa trasformazione, oltre a smaterializzare e isolare l’oggetto dalla sua realtà originaria, lo proietta in una nuova scena, in cui passa da elemento marginale e trascurato a fulcro luminoso e protagonista dell’opera. Il soggetto, sganciandosi dalla trama della realtà quotidiana, perde i suoi connotati realistici per essere esaltato e apprezzato esclusivamente per le sue intrinseche qualità estetiche.
    Questo processo porta dunque con se una riflessione sulla valorizzazione estetica di elementi e forme marginali, andando ad analizzare come il valore estetico di una forma prescinda dalla sua proveniente e di come questa, nel giusto contesto possa acquisire valore ed interesse. Il marginale ed inosservato diventa qui soggetto e centro del discorso portato avanti da questa ricerca.


    L’oro è solo giallo,
    stupidamente giallo.
    – Ettore Sottsass, Per qualcuno può essere lo spazio
    I know I’m finally rich
    But ain’t a damn thang gonna change.
    – Chief Keef, Finally Rich
    Chi mi guarda quando non brillo?
    – Una lucciola


    É d’argento il trofeo di Giacomo Mallardo, che quest’anno si è aggiudicato il secondo premio. Sorride, sfoggiando il suo nuovo grillz realizzato su misura, emblema di opulenza e protesi preziosa per felicità esitanti. Giacomo lo sa: è necessario perseguire l’obiettivo e lavorare con costanza per poter dimostrare al mondo il proprio valore. A volte, però, non ha voglia di lanciarsi nella corsa al successo. Riposto con cura il fardello luccicante, inutile zavorra per le prossime gare, Giacomo preferisce contemplare le stelle, immaginare forme spontanee, seguire le lucciole.
    L’open studio di Mallardo – studente vincitore del secondo Premio Zucchelli 2024 – è l’esito della residenza studio presso Alchemilla, durante la quale ha sviluppato una ricerca che esplora il rapporto tra percezione di sé, creazione artistica, ambizione e desiderio, attraverso la valorizzazione estetica della
    forma e l’esaltazione del potenziale trasformativo dei materiali, in un gioco di bagliori e riflessioni che si innestano nello spazio di Palazzo Vizzani.
    Durante la residenza Giacomo prosegue la serie fotografica Shining out of nowhere, che indaga i fenomeni di rifrazione della luce manifestati da oggetti ordinari in condizioni di alterazione visiva. Forme involontarie liberate e finalmente esaltate esclusivamente per le intrinseche qualità estetiche costellano lo spazio espositivo.
    Secondo Gilles Clément, “Per chi sa osservare, tutto è arte. La natura, la città, l’uomo, il paesaggio, l’atmosfera, ciò che chiamiamo «umore», e, infine e soprattutto, la luce”. E Giacomo cerca sempre la luce. Attraverso il medium fotografico, il marginale e l’inosservato si mostrano e diventano il soggetto principale della ricerca, in una sorta

    di rapporto di scambio e comune accordo con l’osservatore: “uno guarda la forma e allora resta puro davanti alla forma e la forma pura davanti a lui” .
    Lo sguardo viene così ripetutamente sedotto e offuscato da cromie biancastre e bioluminescenze che delineano traiettorie spezzate, da inseguire come lucciole nel bosco in una sera estiva.
    Scie e scintille introducono It’s time to shine. La struttura dell’opera ricorda un’insegna commerciale o un traguardo immaginario e irraggiungibile. Fissate al lato superiore, tre stelle risplendono, protagoniste della scena e solo apparentemente pregiate. In realtà, la scultura è realizzata con un materiale industriale, l’alluminio mandorlato, generalmente utilizzato per rivestimenti e pavimentazioni antisdrucciolo. Eppure qui, l’alluminio brilla, credendosi prezioso. Nella stanza più raccolta, Giacomo colloca un’installazione che porta il titolo stesso del progetto: Lucciole è lo studio, lo spazio di lavoro, ma anche il luogo più intimo dell’artista, dove torna ad allenarsi. Quando si dedica al lavoro creativo, Giacomo è solo; non ha più bisogno di mostrare i denti. Ogni mattina, al tavolo del suo studio, ricorda le parole di un caro amico, consultato in una notte insonne e senza stelle. Sebbene espresse con atteggiamento incalzante e quasi invadente, quelle parole gli sono subito parse tanto esatte e brillanti da trovare lentamente posto nella sua vita. Da allora, Giacomo le ripete come un mantra (rigorosamente tre volte) prima che il giorno inizi, prima di ricominciare a brillare: L’ostentazione di brevi traguardi mi serve per non perire oggi, ma non per alzarmi dal letto domani. Sebbene espresse con atteggiamento incalzante e quasi invadente, quelle parole gli sono subito parse tanto esatte e brillanti da trovare lentamente posto nella sua vita. Da allora, Giacomo le ripete come un mantra (rigorosamente tre volte) prima che il giorno inizi, prima di ricominciare a brillare: L’ostentazione di brevi traguardi mi serve per non perire oggi, ma non per alzarmi dal letto domani.


    Testo critico di Olivia Teglia


    Giacomo Mallardo | artista

    Giacomo Mallardo (24/03/2000) è un artista italiano con sede a Bologna, attualmente iscritto al corso magistrale di arti visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. La ricerca artistica portata avanti si focalizza sull’analisi e la valorizzazione delle aree periferiche e liminali, interne ed esterne al luogo espositivo, approcciandosi ad esse con tecniche e materiali eterogenei, spaziando dall’installazione site-specific alla fotografia. Si denota all’interno della poetica una particolare attenzione nei confronti dello spazio, ricercando ed instaurando con esso un dialogo, andando ad intervenire nella maniera a questo più consona, evitando una sopraffazione del luogo, ma tendendo ad inserirsi e mimetizzarsi in esso.